Dice secchioncello uno: “A me gli ebrei stanno simpatici. Sono l’unico popolo che ricorda le loro sconfitte. Me lo ha spiegato Moni Ovadia.”
Risponde secchioncello due: “Mica vero. Anche i Romani ricordano le loro sconfitte. Ma sono gente piu’ evoluta degli ebrei, e non ci credono mica tanto alle loro storie.”
Secchioncello uno e secchioncello due continuano la loro discussione. In italiano. Lingua che hanno imparato a scuola. Un sistema scolastico messo in piedi dal regime fascista, che alle storie dei romani credeva molto.
Allarghiamo il quadro. In una citta’ europea c’e’ un centro che si chiama Maccabi…. A dire il vero un po’ in tutti i posti in cui ci sono ebrei c’e’ qualcosa intitolato ai Maccabei. In Israele ci sono persino squadre sportive che si chiamano Maccabi.
Quella dei Maccabei e’ una storia interessante, di resistenza militare e culturale all’imperialismo ellenistico. Ci si puo’ persino vedere un messaggio di liberta’. La storia dei Maccabei e’ al centro della festa di Hannukka, che si celebra in questi giorni (e non perche’ Berlusconi sia caduto, anche se e’ una simpatica coincidenza), accendendo ogni sera delle candele.
a nella letteratura rabbinica i Maccabei non hanno un gran posto. I Rabbi preferiscono vedere nella loro vittoria qualcosa di miracoloso e sottolineare l’intervento divino. Quindi li si ricorda in codice, con preghiere acrostiche. I Rabbi nel Talmud discutono per pagine intere, che poi sono generazioni, non sulla storicita’ dell’evento, ma su come ricordarlo. Su come, appunto, festeggiare Hannukka.
Del tipo: “e vero che bisogna accendere le candele, ma in quale ordine?” “facciamo otto candele la prima sera, sette la seconda, sei la terza etc…? Si parla di una vittoria miracolosa, bisogna partire in grande!” “No, io credo che bisogna guardare con speranza verso il futuro, che l’opera dei Maccabei non e’ ancora finita, guarda quanta oppressione c’e’ in giro, direi che bisogna partire con una candela la prima sera, due la seconda etc…”
Ed in effetti i Rabbi avevano scoperto, molto prima di postmoderni, che non e’ importante che una cosa sia successa; e’ importante come viene ricordata. Per questo il movimento sionista mise molta energia nel re-introdurre i Maccabei nella memoria nazionale ebraica. Creando per esempio societa’ sportive in tutto il mondo, che si confrontavano in una specie di Olimpiadi ebraiche, le Maccabiadi. Con questa idea tutta novecentesca della ri-generazione anche fisica, che andava di pari passo con la costruzione di una identita’ nazionale. Ed in effetti l’esistenza, in tutto il mondo ebraico, di centri e gruppi che prendono il nome dai Maccabei, e’ uno dei tanti esempi di come il sionismo sia riuscito nel suo intento: trasformare gli ebrei. L’unico -ismo del Novecento che non e’ stato sconfitto.
Chissa’ cosa ci vedrebbero, in questa vittoria, i Rabbi del Talmud….
Proviamo a chiederlo ai due secchioncelli, che stanno passando la ricreazione discutendo sul vero e il verosimile, seduti sui gradini della scuola, costruita in epoca fascista.
“Letteratura rabbinica? Cosa e’, una roba religiosa? identitaria? in ebraico? E perche’ ci dovrebbe interessare? Mavala’, lo sanno tutti che gli ebrei si sono dispersi e sono scomparsi. Sono rimasti i loro libri, ma servono solo a preparare l’affermazione del cristianesimo e poi della filosofia e quindi delle nostre discussioni su vero e verosimile. Senza di noi, nemmeno li sanno leggere e capire!”
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