Il Mazzetta nei giorni pari

tittiNell’ultimo rantolo del Mazzetta contro il sottoscritto (lo trovate tra i commenti al post qua sotto) mi è sembLato di vedeLe una ceLta quale contLaddizione. Ne parlo qui perché non è la prima volta che la vedo affiorare nelle furiose tirate antisemite argomentazioni dei critici di Israele e del sionismo.

Nei giorni dispari sembra che, a sentire questa armata di guerrieri da tastiera, i difensori di Israele siano pochissimi. Notano compiaciuti che negli angoli della rete frequentati da loro chiunque usi la parola sionismo viene coperto di insulti; e si dimenticano che la rete è grande e non è che gli angoli amati da loro siano così frequentati.

Urlano che se qualcuno non si augura la distruzione di Israele, per via bellica o demografica, costui o è un nazista o è un fake. Non esiste, è un pazzo, queste cose le persone normali non le possono dire, le persone normali sanno che Cuba, Arabia Saudita e Corea del Nord sono delle autorità nel campo dei diritti umani ed hanno il diritto di condannare Israele.

Il refrain è sempre il solito: noi siamo tanti, noi siamo legione, voi, anzi tu, sei solo e sei un pazzo isolato. Come se il puro fatto di essere tanti dimostrasse qualcosa: anche gli elettori di Berlusconi erano tanti, per dire.

Nei casi peggiori ti danno direttamente del pazzo, o quello che ha problemi. Devono avere una gran nostalgia di quando Stalin mandava i sionisti in manicomio criminale. Per conto mio, sono stato radicale troppo a lungo, so benissimo che non esistono perversi ma solo diversi, e quando leggo uno che si mette a parlare di pazzi e di normali posso solo immaginare cosa si nasconda dentro.

Naturalmente sono cazzate. E’ vero che in certe città europee ci sono quartieri (a popolazione prevalentemente islamica) in cui essere identificati come ebrei non ti porta certo fortuna. E questo vale anche per certi settori politici. Ma è sempre stato così. Ieri erano problemi con a destra, oggi ci sono problemi con la sinistra. La situazione di difficoltà tra ebrei e sinistra dura infatti da un po’. Siamo a quanto pare di nuovo a un punto basso, ma siamo anche fortunati che per ora, in Italia, non ci è scappato ancora il morto, come invece nel 1982.

Ciononostante, nei giorni dispari, gli sbroc sbroc si compiacciono di far notare l’isolamento di Israele e l’impopolarità del sionismo. Infilano pure nell’eloquio minacce di sapore mafioso rivolte a tutti gli ebrei “vedete di smarcarvi dal sionismo sennò possono succede cose brutte”. Ci manca solo che gridino “Arrendetevi, siete circondati!”

Questo, nei giorni dispari.

Ma nei giorni pari gli sbroc sbroc cambiano registro. Israele, e più in generale l’intero mondo ebraico, è preda di una ondata di furore nazionalista e di fanatismo religioso, che travolge l’intero medio oriente, dove invece palestinesi arabi e musulmani son tutti pronti a firmare la pace.

Il fondamentalismo ebraico (questa gente si fa punto di usare l’espressione il più volte possibile, in modo da contrastare la diffusa espressione fondamentalismo islamico) sarebbe, nell’immaginario sbroc sbroc, un movimento di massa. E’ ovviamente in crescita come l’ISIS. Anzi, i musulmani si stanno laicizzando e non dovete credere ai credete ai media e ai sociologi che sono tutti islamofobi. Anche l’Iran è ormai avviato verso la costruzione di una democrazia laica e progressista. Però, purtroppo, i fondamentalisti ebrei spingono verso lo scontro, la guerra, le bombe e l’apocalisse.

Cosa sia questo fondamentalismo ebraico non è ben chiaro. Tiene insieme laici nazionalisti come Lieberman, il partito dei coloni guidato al momento da Bennet, ultra-ortodossi che non riconoscono lo Stato di Israele e che detestano sia Lieberman che Bennet, gay e lesbiche che vanno a fare le vacanze a Tel Aviv ed anche voi, ogni volta che comprate un avocado made in Israel. Netanyahu, che passa lo Shabbat mangiando aragoste, è ovviamente uno dei capi di questo fondamentalismo ebraico. Ma ne fanno parte anche i laburisti, sì, quelli dei kibbutz (che vedono Netanyahu come il fumo negli occhi) per il semplice fatto che vivono ancora in Israele e non se ne sono andati in posti più laici. Tipo l’Iran.

Poco importa la chiarezza ideologica. Quello che importa, e che lo sbroc sbroc ripete nei giorni pari, è che i fondamentalisti ebrei fanatici nazionalisti ultrareligiosi sono in crescita e rendono il conflitto intrattabile e insomma anche voi, se aveste un vicino fondamentalista ebreo sentireste il bisogno di entrare in casa sua e sbudellarne i bambini. Che è quello che fanno i militanti palestinesi. Ma noi non possiamo giudicare, perché noi non abbiamo a che fare con i fanatici ebrei, che sono tanti. Nei giorni pari.

Poi vengono i giorni dispari e lo sbroc sbroc riprende a dare del pazzo isolato al suo interlocutore, e protesta che antisionismo ed antisemitismo sono cose diverse e sbroc sbroc ai vostri giochetti non crede più nessuno. Quindi nei giorni dispari i sionisti sono pochi. Nei giorni pari i fondamentalisti ebrei diventano un pericoloso movimento di massa.

Ecco, io qui vedo una certa contraddizione. Anche voi?

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3 risposte a Il Mazzetta nei giorni pari

  1. ysingrinus ha detto:

    Per me non bisogna dimenticare l’allarmi islamofobia.

  2. dmitri ha detto:

    A complicare loro le cose, poi, ci sono i sionisti non ebrei.

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