Nel 1994 sono andato in vacanza in Portogallo con l’Inter-rail mostrando solo la carta di identità. Era la stessa carta di identità che ho mostrato alla visita militare.
Nell’inverno del 1996 cercavo casa a Milano, ovviamente in condivisione con qualcuno. Non appena sapevano che ero ebreo, e capitava parlando del frigorifero, tutto diventava impossibile.
Nel 1986, alla visita militare, mi hanno chiesto il nome di battesimo.
Nel luglio 1993 sono andato in Israele la prima volta, in nave. Mi avventuravo per la prima volta oltre i confini dell’Europa, e -romantico- volevo vedere la terra che si avvicinava. Abbiamo dormito al porto del Pireo, in sacco a pelo. E poi mentre tutti prendevano navi per le Cicladi noi ci siamo imbarcati per Cipro. A Rodi sono saliti dei ragazzi israeliani, giravano un po’ di Mediterraneo prima della tzavah. Abbiamo fatto le ore piccole sul ponte della nave. Ero curioso di sapere come fosse Cipro, mi hanno detto che la gente non era molto simpatica. Avevo una collana con il Magen David. Una ragazza bionda me la ha sollevata e la nascosta sotto la mia T shirt. Meglio così, ha detto. Ioter Tov.
Nel 1998 una collega universitaria, che aveva un paio di appartamenti a Milano, spiegò che preferiva non avere inquilini ebrei. Non per antisemitismo, figuriamoci, ma non si sa mai, può sempre capitare qualche attentato.
Nel febbraio 2002 andai in Israele assieme a Sara, e per lei era la prima volta. Siamo arrivati a Gerusalemme una sera che pioveva. Siamo andati subito a vedere il Kotel. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati in un caffé nella Ira Atikà, c’era solo un cliente, un haredi americano tanto grasso che il culo doveva stare su due sedie. Sara era felicissima e disse al barista che era la prima volta che era in Israele. Il tizio ci sorrise e disse “for a Jew, best place in ze world!“
Nel 2012 ci siamo spostati a Brighton e abbiamo iniziato a cercare casa. Inizialmente, ovviamente, in affitto. Mentre una agente ci mostrava un appartamento la chiamarono dall’agenzia. La sentii che diceva “a nice Jewish couple”. E’ stata la nostra casa per qualche anno.
“…spiegò che preferiva non avere inquilini ebrei. Non per antisemitismo, figuriamoci, ma non si sa mai, può sempre capitare qualche attentato.”
non affitto a cuochi, non per razzismo, figuriamoci, magari lasciano aperto il gas in cucina, non si sa mai
non affitto ad astronomi, non per razzismo, figuriamoci, magari mi cade un meteorite sulla casa, non si sa mai
non affitto ai professori, non per razzismo, figuriamoci, magari gli studenti mi imbrattano la casa, non si sa mai
…
vero? Eppure nell’Inghilterra razzista, quella del Brexit, la accoglienza è stata diversa.