Due parole sui radicalchic

Michele Serra trova irritante l’espressione radical chic. Per farci sapere quanto è incazzato tira fuori nientemeno che la storia delle religioni, e ci fa commuovere con l’espressione eresia marxista. Eresia, nientemeno! Quando se c’è una corrente politica che assomiglia a una Chiesa (Partito), con tanto di riti/congressi e cortei e di clero/funzionari, quello è proprio il marxismo.

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Il tono è quello passivo aggressivo a cui ci ha abituato una intera generazione di redattori di Cuore e affini. Vedete noi di sinistra come siamo buoni e quante cose buone facciamo per il bene di tutti e voi ci avete abbandonato.

Io non so bene chi siano i radical chic. Sono stato radicale, e non mi sono trovato in mezzo a snob di sinistra che sognavano la lotta armata. Quelli erano altrove. Che fossero un problema per il PCI lo sapevo bene.

Forse radicalchic sono, qui in Inghilterra, quelli che leggono il Guardian, che possono contare su uno stipendio, che hanno una casa e forse due, che insegnano nelle Università che Israele è cattivo. E che ovviamente sono contro il Brexit.

Ci sarebbe il piccolo problema che quella sopra è una caricatura. Andiamo a vedere da vicino chi sono questi privilegiati che avrebbero votato per rimanere in Europa.

Dopo Gibilterra, la circoscrizione con la più alta percentuale di votanti a favore del Remain è Lambeth, un distretto di Londra.  Dove gli elettori hanno votato per il 78% Remain.

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A Lambeth  il 36% dei bambini vive in condizione di povertà.  Un bambino su tre. A Lambeth il 23% della popolazione è disoccupata.

Prima che vi mettiate a blaterare di immigrazione vi informo che i residenti a Lambeth sono 300.000. 208.000 hanno passaporto inglese I musulmani sono 21.000. Gli atei sono più di 84.000. 4 volte tanto.  Ci vivono pure un migliaio di ebrei, a Lambeth. Lo dico per quelli come Tondelli, che identificano ebrei e privilegio. L’immigrazione, con le condizioni miserrime di posti come Lambeth non c’entra niente.

E invece di affidarsi alle lagne basterebbe guardare i numeri per sconfiggere la retorica della destra. Sempre che la si voglia sconfiggere e farla finita con il  passivo aggressivo di massa. Il linguaggio di quelli come Michele Serra.

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4 risposte a Due parole sui radicalchic

  1. Finrod ha detto:

    il 23% di disoccupati a Londra mi sembrava un po’ tanto… e secondo il link 23 è solo la posizione relativa ai 32 boroughs, il tasso di disoccupazione è del 5% e qualcosa 😉

  2. Shylock ha detto:

    Sorry to rain on your parade, come si dice a Cinisello Balsamo, ma anche molti di quelli che si fanno saltare sulla metro o fanno il tiro al pedone hanno passaporto inglese (che al giorno d’oggi si rifiuta a nessuno, giusto ai pericolosissimi idraulici polacchi).

  3. Michele M. ha detto:

    Comunque, se Michele Serra si incazza contro l’uso dell’espressione “radical-chic”, è semplicemente un caso di lingua che batte dove il dente duole.

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