Da una parte sono riemersi gli appunti che Bruno Schultz ha preso mentre preparava quei racconti poi pubblicati a Varsavia ma perduti durante l’Olocausto, la cui assenza è diventato il centro di un importante saggio di Jacques Derrida, che collega la figura dell’ebreo a quella del Poeta, perché esprime il proprio autentico nell’essere cosmopolita e privo di radici, giacché si invera solo nella dimensione dell’attesa messianico.
Da un’altra parte c’è l’Israele che ospita il giro d’Italia e vince il festival Eurovision, che il prossimo anno si terrà quindi a Gerusalemme, capitale dello Stato ebraico.
Chissà da che parte sta il futuro del popolo ebraico. Eh, son domande.