Let’s gaw

240px-Royal_British_Legion's_Paper_Poppy_-_white_backgroundSta per iniziare il fine settimana del Remembrance Sunday, quando l’Inghilterra commemora i suoi caduti. Come quasi tutti, anche io ho il mio papaverino rosso appuntato sulla giacca, comprato versando una sterlina all’equivalente inglese della associazione mutilati e invalidi di guerra. Qui, sono i due principini, William e Harry, i volti pubblici dei militari. Perché monarchia ed esercito, in caso non ve ne siate accorti, sono legati dallo stesso destino. Si chiama Stato moderno.

Come molti italiani, e moltissimi ebrei, ho sentimenti ambivalenti verso l’esercito inglese. Certo, la sconfitta del nazifascismo si deve anche a Churchill. Certo erano parte degli Alleati. Ma durante e dopo la Liberazione, per via del razionamento in Patria, non erano quelli che distribuivano cioccolata e sigarette. Non erano gli americani, non socializzavano con i locali. Anche durante la guerra contro il nazismo era un esercito coloniale, che mandava in prima linea a morire i soldati irlandesi, ed i cui ufficiali si erano formati nelle colonie. Le atrocità commesse in India e nella guerra anglo boera sono troppo note e ancora non è stata fatta giustizia. Quello che poi hanno combinato nel Mandato li colloca nella stessa galleria se non dei nazisti, certo dei nemici del popolo ebraico.

Nonostante tutto questo, penso sia un nostro dovere esprimere gratitudine per quei soldati che sono andati a combattere, e a morire, in una guerra insensata, la WWI, che ha contribuito alla fine degli Imperi, anche del loro. E in una guerra contro la barbarie nazista, doverosa e dolorosa. Per non parlare della Corea, delle Falkland e di altri cosiddetti conflitti minori, in cui a essere sconfitti o almeno contenuti erano regimi dittatoriali, populisti e totalitari e sovente (non sempre) l’Inghilterra, spesso controvoglia, si trovava dalla parte giusta.

Detto questo, devo dire che Remembrance Sunday è per me legato al momento in cui, al termine di un week end come questo, con la sinagoga deserta, la gente, reduci compresi, ormai avviata verso casa, un mio conoscente americano stava sistemando le ultime faccende che pensava di essere solo si e’ messo a canticchiare “Blowing in the wind”.

Da quel giorno, ogni volta che inizia questa maratona militarista (commemorazione il Sabato mattina, domenica cerimonia pubblica al mattino, cerimonia per i caduti ebrei al pomeriggio…) penso a quella scena, canticchio “Blowing in the wind”, mi metto la giacca con il papavero, e dico a me stesso “Let’s go!”. Con accento di New York, Let’s gaw, appunto.

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