La prima email della giornata è una discussione in corso da ieri. Si discetta sul fatto che gli israeliani sono convinti di avere di fronte degli antisemiti che vogliono loro male ed invece hanno a che fare con brava gente che vuole il loro bene, ed il loro bene consiste nel diventare uno Stato a maggioranza araba. Non ci arrivano perché sono stati perseguitati, guarda alla loro storia.
Al che ho provato a rispondere che un simile ragionamento a parti invertite, “i palestinesi non arrivano a capire cosa è bene per loro perché sono traumatizzati dalla loro storia” sarebbe ridicolo e colonialista. E che se non lo permettiamo per i palestinesi, non lo dovremmo permettere nemmeno per gli ebrei.
Quell’altro ha tirato fuori che io avrei “problemi personali” con la sinistra (tutta?) che è un modo di evitare di prendere sul serio le argomentazioni dell’interlocutore, spostare il disaccordo sul piano psicologico, diagnosticare problemi altrui, e dire a sé stessi di essere quelli sani. Una tattica che si chiama gaslighting e che ha qualche successo di fronte ad un pubblico, ma quando viene adottata anche negli scambi di e mail secondo me indica davvero qualche problema.
Poi apro Facebook e leggo lo stesso post in due gruppi. Nel gruppo di quelli che hanno nostalgia di Sandro Pertini e in quello dei fan di Altan, uno lamenta che non si parli abbastanza del genocidio degli Indiani d’America, perché sapete bene chi comanda a Hollywood e loro vogliono che si parli solo della Shoah e non degli altri Olocausti, particolarmente loro vogliono mettere a tacere chi parla del genocidio in corso in Palestina.
Questo, da un autore italiano. Italia, dove i Rom (l’ultima volta che ho controllato erano anche loro vittime del genocidio nazista) vengono attaccati ogni giorno, espulsi dalle loro abitazioni, segregati a scuola, costretti ad aggirare la legge per avere i diritti fondamentali, come acqua ed istruzione.
Sono le 7.00 di mattina del Giorno della Memoria 2019 e già mi girano le scatole.

Soldato nazionalista croato, alleato dell’Italia, alle prese con la questione zingara, 1944.
Per forza mi sono ridotto così… a me girano irreversibilmente, giorno dopo giorno, dal 1946… Shalom!!!