Faccio i complimenti a Sherif El Sebaie per il sangue freddo con cui ha risposto a questo idiota.
Io personalmente questa mattina mi sono guardato attorno, durante il breve servizio prima del Cheder, la scuola domenicale, dove i bambini imparano ebraico, fondamenti dell’Ebraismo, e fanno amicizia con altri bambini ebrei come loro, perché questo significa far parte di una minoranza, cercare qualcuno simile a te, e poi anche imparano a ringraziare Dio per quello di bello che c’è nella vita e sono sicuro che i bambini musulmani imparano lo stesso.
Dicevo mi sono guardato attorno, e mi è venuto da contare, ed immaginare che qualche razzista potesse entrare con un mitra spianato e sparare.
All’ingresso della nostra sinagoga c’è il modellino della sinagoga dove a quanto si dice i nazisti nel 1940 chiusero tutti gli ebrei dei villaggio dove stava la famiglia del nostro fondatore, era tutto legno e ci hanno dato fuoco e quello è il modo in cui un giovane ebreo ha perso la sua famiglia.
Era venuto in Inghilterra per giocare a calcio e per poter rimanere qui entrò in una yeshivah. E così ha preso la strada che lo ha portato a diventare rabbino, e fondare questa sinagoga dove sono cresciuti decine di ragazzi ebrei come quelli che avevo attorno. Ed i loro nipoti e bisnipoti, tra cui qualcuno di quelli che avevo attorno, ho pensato.
Ho pensato anche che erano in tanti i bambini ad avere bisnonni con storie simili a quella della famiglia del nostro fondatore.
Dicevo mi sono messo a contare quanti bambini e quanti ragazzi c’erano, e poi arrivato a cinquanta, per la prima volta da quando faccio questo mestiere mi è venuto davvero da piangere.
Il lato positivo è che tutti quelli in quella stanza abbastanza adulti per essere a conoscenza del massacro di Christchurch la pensavano esattamente come me, sicché anche quando non sono riuscito a finire quello che volevo dire, si è capito lo stesso.
Abbiamo concluso le preghiera con questo. Se la ascoltate a un certo punto sentite delle parole in arabo. Perché sì.