Antropologia dell’antisemitismo

Tom Bower, autore della più accurata biografia di Jeremy Corbyn, racconta una cosa interessante su Seumas Milne, il suo addetto alla comunicazione (e tante altre cose). Quando apprende che ci sono ebrei nella stessa stanza, Milne diventa nervoso, estremamente cauto nelle parole, a volte perfino si ingobbisce come per proteggersi, impallidisce ecc.

Devo dire che tra persone della stessa formazione (cattolici diventati comunisti) ho osservato lo stesso fenomeno. Ascoltatori che telefonavano a Radiopopolare, quando in studio c’era qualche ebreo di sinistra, critico anche feroce del governo di Israele, ma nonostante questo sentivi la voce che tremava. Il palese irrigidirsi di alcuni quando viene fuori, in qualche tavolata, che io sono ebreo. L’utente di Usenet che dichiarava di dover stare guardingo perché aveva un collega giordano che lavorava nella stessa stanza e temeva gli israeliani lo rapissero.

Ah, e poi c’è questa ironia sui “punti antisemitismo” che acquisterebbe per via dei suoi post, e le terribili conseguenze cui potrebbe andare incontro, se lo beccano a commettere l’odioso psicoreato. 

Schermata 2019-04-24 alle 13.17.45

(il brano qua sopra lo ha scritto uno che ha paura che i Parrazzi gli rubino la casa usando un testo religioso vecchio di duemila anni, una storia di passate persecuzioni e con la scusa della sicurezza. Ha molta comprensione per chi in un impeto di rabbia se la prende con tutti i Parrazzi, anche quelli che non c ‘entrano nulla con chi, secondo lui, gli starebbe togliendo la casa)

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