Cercasi Gran Borghese per domeniche di lavoro

Durante i miei studi rabbinici mi è toccato prendere parte a seminari a porte chiuse nella sperduta provincia tedesca, ospiti del governo tedesco (che finanzia questa roba fin dal dopoguerra, come parte delle riparazioni) assieme a studenti imam, pastori e così via. La location è scelta con cura, per fare in modo che nessuno dei partecipanti provi il desiderio di uscire da un castello per avventurarsi in una cittadina di provincia. La vedi una volta e ti passa la voglia di visitarla, perché alla domanda “c’è qualcosa da vedere o da fare, qui?” la risposta è sempre “no”.

E’ stato infatti durante le mie trasferte da Londra alla provincia tedesca che ho capito che Uriel è un pirla. Uriel è uno che si sposta dalla Bassa Ferrarese all’Appennino Tosco Emiliano e poi dice di aver trovato il senso della vita grazie ai vicini di casa nella provincia tedesca. Se volete saperne di più cercate su internet.

Quando passavo per la città tedesca di cui sopra, mi sembrava di essere a Varese, che è la città di provincia dove sono cresciuto negli anni Ottanta, quando la domenica c’era appunto un cazzo da fare perché tutto era chiuso.

In Germania arrivavo di solito la domenica, e avviandomi verso il castello mi gustavo il nulla domenicale tedesco che secondo i Cinque Stelle sarebbe la qualità della vita.

Tutto era chiuso. Chiusa persino la gelateria italiana del centro. I bravi cittadini tedeschi, nipoti o bisnipoti di nazisti, che con le loro tasse finanziano lo sforzo di non fare tornare più il nazismo in Europa, non passavano le domeniche in famiglia, come sostiene Di Maio, ma facevano lo struscio in centro, per mancanza di altro da fare, a mostrare i vestiti comprati al centro commerciale la settimana prima. Poi prendevano la macchina e tornavano a casa, ignorando la biblioteca della casa natale di Engels (chiusa la domenica).

Noi a Varese avevamo almeno la discoteca sui cui divanetti 6 su 10 di noi sono stati iniziati al sesso. Gli altri 4 sono entrati a far parte di Comunione e Liberazione, e al sesso hanno sempre preferito la carriera politica. Forse per l’avvento della pornografia su Internet (quando non sapete cosa accusare, parlare dell’avvento della pornografia su Internet, vi attira sempre lettori), gli adolescenti tedeschi non sembravano interessati a uscire di casa.

Quindi questa è la mia opinione sulla idea del cazzo di Giggino di Majo di far chiudere i supermercati per far riscoprire agli italiani la qualità della vita nella famiglia eterosessuale bianca. Che è statisticamente, dove avviene la maggioranza di abusi e violenze.

Sono anche mediamente convinto che quelli di voi che sono arrivati a leggere fino a qua siano d’accordo con me. Nessuno ha voglia di tornare a quella Italia, quella delle domenica dominate da calcio e famiglia.

Però. Ci sarebbe il piccolo problema che la gente che lavora di domenica non viene pagata come se lavorasse di domenica. Persino Giuseppe Cruciani, che conduce un programma di insulti alla radio della Confindustria, quindi ha delle ragioni aziendali per essere a favore della apertura continuata di negozi e pubblici esercizi, è costretto ad ammettere che c’è gente che se lavora la domenica vorrebbe, e giustamente, essere pagata di più.

Se non altro perché lavorando rinuncia ad andare a limonare sui divanetti delle discoteche. E non ci può andare lunedì perché lunedì la discoteca è chiusa. Anzi, ci vanno i cinesi, quando i ristoranti sono chiusi. Lavorano sempre, ma tu guarda che strano una sera libera alla settimana ce la hanno anche loro.

Mi sembra che in Italia (tra i non cinesi, voglio dire) sia in corso una guerra. Da un lato ci sono i sostenitori ideologici della globalizzazione e della abolizione dei confini in nome del profitto, inclusi i confini tra giorno di festa e giorno feriale. Ed è questo il campo in cui mi collocherei. Dall’altra ci dovrebbero essere i sindacati, ma non ci sono più, e ci sono quelli che vogliono il ritorno alle belle domeniche di una volta, con più gente in chiesa alla mattina, che prendono la parola a nome di chi è costretto a fare i turni alla domenica mentre i coetanei limonano. E ti mostra i conti e dice che con il cazzo che gli pagano gli straordinari, come credeva Cruciani prima delle serie di telefonate di dipendenti di supermercati che gli danno una volta tanto dello stronzo.

Ecco, io direi che la guerra dovrebbe essere risolta dagli imprenditori. Serve un Adriano Olivetti della grande distribuzione, che paghi i dipendenti il dovuto e anche di più, offrendo anche una serie di incentivi che motivino i più brillanti a lavorare nei suoi supermercati, anche la domenica.

Sono tanti i marchi che si fregiano di essere etici quanto agli investimenti nei Paesi in via di sviluppo, come è possibile che nessuno abbia pensato al ritorno di immagine che deriverebbe da essere etici a casa propria.

Ci sono in Italia imprenditori all’altezza? Non lo so. Non ne vedo, ma questo sarà un limite mio. Mica faccio il sociologo. All’Università volevo dare Storia Economica ma il docente non c’era mai, era sempre a parlare a Radio 24 o a Radiopopolare. Dal basso della mia ignoranza prevedo che la demenziale proposta grillina sia destinata a passare, per tante ragioni, prima fra tutte per fornire una risposta alla angosciosa domanda “ma che ci stanno a fare i grillini al governo?”.

E’ abbastanza facile immaginare che i supermercati, che già adesso non sono sempre una impresa redditizia, verranno sostituiti dal commercio on line 24/7 e che le condizioni di lavoro da schifo in molti centri commerciali si riprodurranno, in peggio, con il marchio Amazon. A meno che dalla borghesia italiana non escano figure illuminate come quella da me idealizzata sopra.

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Una risposta a Cercasi Gran Borghese per domeniche di lavoro

  1. busfahrer ha detto:

    Non pochi malignano che la schifosa (permettimi il termine diretto) proposta grullina sia motivata da un accordo con la chiesa cattolica (minuscole volute) per cercare di obbligare i cittadini ad andare a messa anzichè a fare acquisti. Ho sentito anche questa e vedendo come la parte “verde” del governo voglia usare a suo vantaggio il cattolicesimo, un po’ di paura viene.
    E di conseguenza capisco perchè diverse persone, me compreso, vengano chiamate ormai l’insetticida. 😉

    All’Università volevo dare Storia Economica ma il docente non c’era mai, era sempre a parlare a Radio 24 o a Radiopopolare.

    Anch’io con certi corsi universitari osservavo che i relativi docenti non amavano essere presenti su quello che dovrebbe essere il loro luogo di lavoro. Dev’essere cosa endemica nell’ambiente.

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