Franco Fortini? Umanamente uno stronzo. Letterariamente, un genio. Ai miei effetti non è diverso da Céline. Ma Céline scriveva in francese, Fortini scriveva in Italiano. Nella fattispecie Fortini ha scritto questo capolavoro, “Italia 1942”, che più lo leggi e più pensi potrebbe essere il 2018.
Ora m’accorgo d’amarti
Italia, di salutarti
necessaria prigione.
Non per le vie dolenti, per le città
rigate come visi umani
non per la cenere di passione
delle chiese, non per la voce
dei tuoi libri lontani
Ma per queste parole
tessute di plebi, che battono
a martello nella mente,
per questa pena presente
che in te m’avvolge straniero.
Per questa mia lingua che dico
a gravi uomini ardenti avvenire
liberi in fermo dolore compagni.
Ora non basta nemmeno morire
per quel tuo vano nome antico.